"Max Havelaar ovvero le aste del caffè della Società di Commercio Olandese" di Multatuli (Traduzione dal nederlandese di Piero Bernardini Marzolla) - Iperborea, 2007.
"Faccio il sensale nel ramo del caffè, e abito in Lauriergracht n. 37". Con questo prosaico quanto memorabile incipit si apre il più grande classico della letteratura nederlandese, pubblicato nel 1860 esplodendo come una duplice bomba: come capolavoro letterario e come atto di accusa sociale.
"Il libro che ha ucciso il colonialismo", sarà definito, e resta un'opera di sconvolgente modernità sia per la raffinata struttura narrativa, sia per la forza della denuncia dei misfatti di cui è costellata la storia dell'imperialismo occidentale. Chi parla è Batavus Droogstoppel, l'irresistibile affarista che incarna, col suo assoluto perbenismo, il reale cinismo e l'ipocrisia di un'Olanda troppo intenta a fare soldi per chiedersi da dove venga il suo benessere. Colpito dall'interesse di un fascio di manoscritti che si è trovato suo malgrado tra le mani, il buon sensale intende trarne un utile trattatello sulle aste del caffè nelle Indie Olandesi, ma è tutt'altro materiale che ne vedrà estrapolato, affidando la stesura al giovane Stern, romantico figlio di un ambito cliente tedesco, di ben diversa sensibilità. È la ricostruzione della vita di Max Havelaar, coraggioso e idealista funzionario a Giava, che si illude di riuscire a combattere i soprusi dei potenti locali e la connivenza dell'amministrazione coloniale e di rendere giustizia ai contadini vessati da entrambi. Contrapponendo le due voci, alternando ironia e lirismo, nudi documenti e digressioni, amore e cruda violenza, poesia e regole del commercio, l'autore arriva a dare complessità critica al suo ritratto dell'epoca trionfale dell'espansionismo europeo e del sistema di valori su cui si regge. E in quel finale "io voglio essere letto" che grida, strappando la penna di mano ai suoi personaggi e pronunciando la sua definitiva condanna, c'è il suo atto di fede nella letteratura, nella sua possibilità di scuotere le co-scienze puntando il dito alla via del riscatto.
RECENSIONI:
Tuttolibritempolibero La Stampa - Marta Morazzoni (17/11/2007)
Caro Max, giù le mani da Giava
Il Corriere della Sera - Cinzia Fiori (04/11/2007)
Il romanzo che nel 1860 riuscì a mettere al tappeto il colonialismo olandese
Il Manifesto - Luca Scarlini (29/09/2007)
Multatuli, quell'olandese anticolonialista
Il Sole 24 ore - Goffredo Fofi (26/08/2007)
La vera Olanda è in Asia
L'Unità - Rock Reynolds (07/08/2010)
Il lato "oscuro" della capitale della tolleranza