"Segni celesti" di Adrian Gilbert - Corbaccio, 2003.
Abbiamo varcato la soglia del 2000: una data limite che l'umanità ha atteso e temuto al tempo stesso. Qual è il suo vero significato, se ne ha uno?
Si tratta semplicemente, come sosterranno certamente gli scettici, di girare la pagina di un calendario iniziato arbitrariamente per trovarci di fronte a una nuova data egualmente priva di significato? Oppure, come credono molti cristiani, c'è qualcosa di più: la fine di un'epoca e l'inizio di un'altra? Queste sono idee e interrogativi con i quali io, come molti altri, mi confronto da quando sono nell'età della ragione. Avendo vissuto i felici anni Sessanta, con la loro atmosfera di grandi possibilità, di speranza per un mondo migliore e più libero dai pregiudizi, sono consapevole dei pericoli insiti nel profetizzare una nuova era che potrebbe non arrivare mai. Ho vissuto gli strascichi degli anni Settanta, che seguirono la festa del decennio precedente. Ho testimoniato l'avidità egoista degli anni Ottanta e l'incertezza politica dei Novanta seguita alla sconfitta del comunismo e alla caduta del muro di Berlino. Ma credo che nessuna di queste decadi ci abbia preparato a ciò che accadrà in un futuro