Una sporca faccenda

Il libro
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"Una sporca faccenda" di Lorenzo Scano - La Riflessione/ Davide Zedda Editore, 2012.

LORENZO SCANO, GIOVANE PROMESSA DEL NOIR CON IL LIBRO “UNA SPORCA FACCENDA
di Alberto Banchero

Quando si legge un romanzo noir si ha spesso – almeno in modo irrazionale –  la tentazione di esorcizzare il filo conduttore, venendo puntualmente richiamati alla realtà dai fatti di cronaca che molto spesso superano di gran lunga la fantasia.

Lorenzo, visto la tua età (19 anni) come ti sei sentito quando hai descritto degrado ed emarginazione?
Chiaramente ho preso spunto dalle situazioni e dalle realtà che tutti noi possiamo vivere giornalmente, attraversando a piedi o in macchina un qualsiasi quartiere della nostra città. Le immagini di degrado che scorrono fuori dal finestrino sono state di ispirazione  per iniziare a scrivere “Una sporca faccenda“. Riguardo il mio stato d’animo nel metterle a fuoco, ho conosciuto realmente delle persone che purtroppo, avendo la vita girato in un senso, anziché in quello voluto vivono facendo ogni sorta di lavoro;  sempre sul filo del rasoio.

Pensi,  che in qualche modo,  soprattutto alle nuove generazioni, si debba chiedere più impegno verso l’emarginazione e il degrado a cui in qualche modo siamo arrivati?
Si, e il mio romanzo spero serva soprattutto a questo, oltre che far passare qualche ora piacevole, magari rilassati in poltrona, ai lettori. Inoltre credo che oggi i giovani siano troppo distratti da “non-problemi” e non si accorgano delle situazioni che, come ho descritto nel libro, sono largamente diffuse in tutte le città, mentre altri se ne fregano proprio.

Nella trama della tua prima opera non c’è luce indirizzata  verso il futuro...
Hai detto bene: non vedo luce verso il futuro solamente tanto, tantissimo buio. Quando si parla di giovani e di futuro o di investire per loro, in questo Paese si di è sommersi parole e solo parole. Comunque spero siano pensieri che presto vengano smentiti. Intanto curo anche un blog, FuoriKontrollo, un magazine di informazione e cultura underground, e spero di trarre soddisfazioni anche da quello.

Da qualche indiscrezione il tuo prossimo racconto potrebbe essere “horror”
Più che altro, diciamo che nel romanzo che sto scrivendo, Acid Trash, ho deciso di mischiare elementi di vari generi letterari (noir, horror, hard-boiled e azione) con l’intenzione di creare qualcosa di nuovo e di originale.

Giovane brillante e... Bello!?
Ah-ah-ah, no scherzo. Non saprei, ci sono tante cose che mi vengono in mente quando mi guardo allo specchio. Non  una in particolare, davvero. Penso di essere una persona abbastanza decisa  mi piace quello che faccio. E… un sogno: professione dichiarata  nella carta di identità artista.

Fonte: http://tottusinpari.blog.tiscali.it/


Lorenzo Scano, da Capoterra il romanzo noir che esorcizza il razzismo
di Dario Serra

In un noir che si rispetti la pioggia e i topi grandi, grossi e affamati, devono esserci sempre. La furia della pioggia che picchia sulla Città e rende difficile la vita è il filo conduttore del romanzo di Lorenf, per esempio. Una povera ragazza chiede l'elemosina per strada e viene ignorata da tutti. I lavoratori scioperano e nessuno li ascolta, la polizia si affretta a proteggere il palazzo mentre i ghetti e i sobborghi della Città restano scoperti. Privati della stessa sicurezza. Forse per questo, i politici che ricevono mazzette sono uguali ai criminali dei bassifondi. Sono messi nello stesso girone di peccatori. Tutti assieme. Ambientazione di posti conosciuti, familiari a tutti, in cui riconoscersi è facile come bere un bicchier d'acqua. Il linguaggio utilizzato nel racconto è semplice: quello parlato. Scorrevole. Così oggi  la gente si esprime. I personaggi di "Una sporca faccenda" comunicano non solo attraverso le parole, ma con gesti, atteggiamenti. Lorenzo Scano, 19 anni, vive a Capoterra, più precisamente a Frutti d'Oro, quartiere in cui è nato e cresciuto, e al quale è molto attaccato. La passione per la letteratura lo ha accompagnato sin da piccolo. Ha sempre scritto. I suoi compagni d'infanzia prima e dell’'adolescenza poi sono stati i libri. Ma l'autore non ha mai trascurato i giochi e le scorribande fra amici; la vita sociale e la "banda" sono indispensabili per poi raccontare. Da studente ha vinto due concorsi letterari, per poi continuare in ciò che più lo rende veramente libero: scrivere, appunto. Stessa ambientazione, provinciale e quotidiana, per i racconti: "Vigilante" e "Ultima fermata: rapina a mano armata" “Spero nel successo”, dice con entusiasmo Lorenzo. È tutto in salita il percorso di quel ragazzo che sceglie la valorizzazione dell’arte in tutte le sfaccettature. Non fa rumore. Resta davanti ad una tastiere a scrivere oppure a comporre musica o magari dipingere il sorgere del sole. Estasi per pochi per questo non fanno notizia. Giovani silenziosi che amano l’arte e cercano di far emergere la comunità in cui operano. Ma sono ignorati. Fanno notizia i fracassoni e i vandali. Loro no. Dei giovani artisti del territorio non si occupa nessuno. I Consiglieri comunali li ignorano e ancor di più l’Amministrazione comunale forse non sa neppure che esistono. Continuano in silenzio dritti per la loro strada e attendono che qualcuno si accorga di loro.

Fonte: http://www.castedduonline.it/