"Gli angoli remoti del presente" di Stefano Piroddi - La Riflessione / Davide Zedda Editore.
“Luca perché stiamo facendo tutto questo?” “Credo che la molla di tutto sia un forte desiderio di rivincita”. “Rivincita su cosa? O Su chi?”
“Su un mondo che non è, e non sarà mai il nostro, Roberto… Noi, semplicemente, vogliamo un altro mondo, creato a nostra immagine e somiglianza…” Nella realtà grigia e depressa dei nostri giorni, irrompe un ragazzo venuto dal nulla. E’ Oscar Petri, cresciuto tra i boschi, fiumi e montagne, e con un’idea precisa su come cambiare il mondo, attraverso la potenza dell’Arte e della Poesia. Sfruttando l’immensa e morbosa popolarità costruita dai media sul suo personaggio, Oscar dichiara guerra al nostro modello di civiltà e si mette a capo di una ribellione giovanile senza precedenti: un evento che spacca le famiglie, ridicolizza i media e la politica, spazza via certezze ritenutte incrollabili. Sullo sfondo di questo cambiamento epocale, un altro ragazzo, Roberto Salinari, narra in prima persona la propria vicenda e quella dei suoi amici (e nemici), alle prese con esperienze che cambieranno per sempre la loro vita e il rapporto con se stessi. Un romanzo che non mancherà di far discutere e appassionare. Un’opera in cui vibra l’eco di un richiamo a chiunque si senta “angolo remoto di saggezza in un mondo di follia…”.
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ARTICOLI
1 - Tottus in Pari
“GLI ANGOLI REMOTI DEL PRESENTE”: IL LIBRO DI STEFANO PIRODDI AL CIRCOLO “MONTANARU” DI UDINE
di Carmelo Spiga
Il Circolo Montanaru di Udine, alla presenza dell’autore è stato presentato il romanzo del giovane scrittore sardo Stefano Piroddi “Gli angoli remoti del presente”. Erano presenti molti soci del Circolo e come sempre in queste occasioni alla presentazione è seguito un animato dibattito con molti e qualificati interventi . La presentazione è stata curata dalla Consigliera Stefania Enna che si è avvalsa anche del contributo di Cristina Benedetti, una nota e brava attrice udinese (di madre sarda), per leggere alcune pagine significative del libro. Nella realtà grigia e depressa dei nostri giorni, irrompe un ragazzo venuto dal nulla. E’ Oscar Petri, cresciuto tra boschi, fiumi e montagne e con un’idea ben precisa su come cambiare il mondo, attraverso la potenza dell’Arte e della Poesia. Sfruttando l’immensa morbosa popolarità costruita dai media sul suo personaggio, Oscar dichiara guerra al nostro modello di civiltà e si mette a capo di una ribellione giovanile senza precedenti: un evento che spacca le famiglie, ridicolizza i media e la politica, spazza via certezze ritenute incrollabili. Sullo sfondo di questo cambiamento epocale, un altro ragazzo, Roberto Salinari, narra in prima persona la propria vicenda e quella dei suoi amici e nemici, alle prese con esperienze che cambieranno per sempre la loro vita e il loro rapporto con se stessi. Il dibattito si è incentrato sul rapporto dello scrittore sardo con la Sardegna, la sardità e in particolare l’uso della lingua sarda. Provocazioni alle quali Stefano Piroddi non si è sottratto, dimostrando di avere le idee molto chiare sul ruolo dell’intellettuale e dell’intellettuale sardo in particolare in questo momento storico in cui la Sardegna sembra aver perso la bussola e il senso dello sviluppo e delle proprie radici. Una rivoluzione culturale che parta dai giovani e che veda i giovani protagonisti nel volersi riappropriare del loro futuro e che abbia come idee cardine un nuovo rapporto con la natura, una riscoperta del proprio corpo e una nuova socialità incentrata sull’educazione per prendere coscienza della distruttività del consumismo. Questa vorrebbe essere la grande lezione della prima grande fatica del giovane e promettente romanziere sardo Stefano Piroddi.
2 - Messaggero Sardo
Due scrittori sardi al circolo di Berlino
Ars longa, vita brevis: dice un antico proverbio latino.
La volontà di renderci eterni tramite l’arte è radicata nell’uomo. Stefano Piroddi dice che questo vale per tutti gli uomini, non solo quelli che vengono chiamati “artisti”. Stefano Piroddi dice che ognuno di noi ha un talento artistico e che tra le discipline artistiche ogni uomo possa trovare la sua. Stefano Piroddi dice che ogni uomo raggiungerà la felicità interna se trova la sua arte e se inizia a creare un qualcosa suo. “È proprio questo che ci distingue dall’animale.
L’animale non vede la bellezza di una scultura, l’animale non rimane incantato se sente una poesia, l’animale non ha le lacrime agli occhi se vede un quadro.
Essere artisti significa essere uomini”, ha detto, sorridendo durante l’intervista.
Il suo viso era illuminato dalla candela, e mentre mangiava i culurgionis con salsa di pomodoro, preparati da Vincenzo al ristorante “I due migranti”, non ha neanche trascritto una frase perché i pensamenti importanti sono quelli che ti ricordi giorni, mesi e anni dopo. Stefano Piroddi è la persona più intelligente che io abbia conosciuto negli ultimi dieci anni e l’ho anche detto quando l’ho presentato… non perché è stato in grado di scrivere un libro che spiega ciò che riguarda la mia generazione in un epoca Postmoderna che ci sta mangiando il cuore… non perché è stato in grado di descrivere una situazione che riguarda non solo la Sardegna o l’Italia, ma che riguarda tutta l’Europa ed altre parti del mondo… ma perché è in grado di presentare tematiche serie con un tocco di ironia, aggiungendo un po’ di fantasia, creando un romanzo molto scorrevole con un linguaggio che si scioglie senza sole.
Nel suo romanzo “Gli angoli remoti del presente” presentato a Berlino (settembre 2010), lo scrittore giovane di 34 anni, laureato in giurisprudenza, parla di una gioventù che vive in un mondo di tecnologia, di massmedia e manipolazione.
Una gioventù d’anime vuote che non sono più in grado di sentirsi sé stessi perché hanno dimenticato cos’è la natura, il lavoro e l’allenamento fisico. Giovani che però sono alla ricerca di un senso, che sono all’avanguardia, che diventeranno Artisti-Guerrieri. Questo avviene con l’apparizione di Oscar Petri, uno dei protagonisti del romanzo. Un ragazzo che arriva dal nulla e che ha un messaggio per i giovani: “Siamo Artisti-Guerrieri / viviamo in pace e non rifiutiamo la guerra / flauto e matita valgono per noi / quanto pugnale e fucile; / liriche e passi di danza / hanno la stessa forza / di mille cannoni”.
Questo è solo un breve estratto, ci sono tantissime frasi nel romanzo che potrei citare, frasi che i giovani in Sardegna si mandano via messaggi con cellulari, frasi che ci fanno riflettere sulle cose che sono veramente importanti nella vita. Per questo la casa editrice, “La Riflessione”, gli ha già offerto il contratto per il secondo libro, e tra l’altro gli è stato chiesto di scrivere la sceneggiatura per il film.
Non anticipo la trama perché ognuno lo deve leggere; “Gli angoli remoti del presente”, di Stefano Piroddi, perché è un libro che si apre come un fiore, che si sfoglia lentamente e che lascia un dolce profumo leggero nell’aria.
Il Circolo Sardo di Berlino quest’anno ha organizzato quattro letture. Il nostro direttivo, soprattutto composto di giovani, ha cercato di promuovere in primo luogo artisti sardi, non solo giovani, ma prevalentemente giovani per avvicinare altri giovani al circolo.
Ci sono stati vari incontri a Berlino; i concerti di Brinc@ a marzo, che coincidevano con l’incontro dei giovani dei circoli sardi in Germania, il progetto Genau! Arte contemporanea sarda di giovani sardi ad aprile e l’incontro d’artisti sardi che vivono a Berlino a luglio. A novembre la mostra fotografica di Gavino Canu al “Caffee degli artisti”, grazie all’Assessorato al Lavoro che sostiene molto in questi ultimi tempi i giovani. Contemporaneamente cerchiamo però anche di non perdere di vista le tradizioni e le nostre radici che si rispecchiano nelle altre letture, come quella di Lia Secci sul castello di Quirra e la contessa Violant, come quella alla serata su Monte Prama, Graziella Pinna che ha scritto il romanzo “Arrasok sidi babai” e come quella del 25 settembre 2010 di Eliano Cau “Per le mute vie”.
Eliano Cau è nato a Neoneli nel 1951 e vive a Sorgono dove insegna lettere. Eliano Cau non è solo scrittore, è anche lettore, lui legge l’essere umano. È un pozzo di sapere della storia, della letteratura, della vita. Questo si nota anche leggendo i suoi romanzi. “Per le mute vie” è il suo terzo romanzo. Eliano Cau non è solo scrittore, è anche insegnante. Per lui il romanzo deve avere anche una dimensione educativa che non riguarda solo la trama, ma anche la lingua.
Il linguaggio del romanzo “Per le mute vie”, pubblicato della casa editrice Aìsara, è molto impegnativo. A parte il linguaggio forbito in generale, anche singole parole sono state scelte per rilevare la struttura e per regalare più intensità alle frasi. Tra queste anche tante parole sarde, parole sarde che automaticamente ci trasmettono dei concetti della terra che Eliano Cau ama talmente tanto che quasi quasi, osservandolo come si muove in città, sembra un alienato che percorre una strada, una terra, un mondo sconosciuto.
Lo ammette pure che il più grande amore, a parte sua moglie e la sua figlia, è la Sardegna. Ovviamente anche il romanzo è ambientato in Sardegna, a Neoneli, anni Sessanta. I soggetti sono l’amicizia tra uomini, la balentia, la vendetta. Stranamente nella copertina del romanzo si trova la frase che ci può già anticipare qual è il messaggio del libro: “Noi siamo animali, ma animali con la testa, non bestie. Se in noi vince la bestia, l’istinto, ci sperdiamo uno con l’altro; se prevale la ragione, siamo uomini”. Eliano Cau non è solo scrittore, è anche poeta e sa citare tantissime ottave a memoria, certamente anche in sardo perché il sardo è una lingua che permette di creare bellissime metafore e perché i sardi sono un popolo di poeti già da sempre. Le metafore nel romanzo non abbelliscono solo la lingua, e non dimostrano solo la capacità e l’alto livello artistico dello scrittore, ma evocano immagini che neanche un pittore con mille colori renderebbe più chiaro. “Per le mute vie” è anche un’opera autobiografica e si nota che descrive esperienze nelle quali le persone da lui descritte esistono veramente.
L’espressione nel viso dello scrittore mentre parlava del suo romanzo cambiava in continuazione, soprattutto quando parlava di Jean. Jean, è uno dei protagonisti del romanzo, un sardo, Giuanni, che è stato per tanti anni in Francia e che è uno dei caratteri anche umoristici perché parla male: “Quando scappò da Neoneli, la sua frequentazione della lingua nazionale era sempre stata un accidente rarissimo, come la neve il giorno dell’Angelo.
A Marsiglia si era sforzato di capire e imparare il numero più alto di parole, ma francese, sardo e italiano non gli dormivano sempre al fianco, e la sua bocca partoriva figli che definire solo storpi sarebbe stata pietà. Ancora oggi la parlata di Jean, seppure bagnata di sofferenza, costringe tutti a ridere. Si nota in lui lo sforzo sovrumano di essere eloquente, ma l’eloquenza sceglie altre labbra per farsi suono”. Questo è solo un breve estratto, ci sono tantissime frasi nel romanzo che potrei citare, frasi piene di emozioni forti soprattutto per la generazione che era testimone di quegli anni, frasi che ci fanno riflettere sulle cose che sono veramente importanti nella vita. Eliano Cau ha pubblicato due altri romanzi: “Dove vanno le nuvole” e “Adelasia del Sinis”.
Non anticipo la trama perché ognuno lo deve leggere: “Per le mute vie” di Eliano Cau è un libro che è stato scritto con la passione, il cuore e un’anima che lo renderà eterno. Ars longa, vita brevis, dice un antico proverbio latino.
FONTE: http://www.ilmessaggerosardo.com/it/index.php?page=notizie2&idnews=3006&zoom=y
3 - L'Unione Sarda (1)
In Libreria - L'esordio di Stefano Piroddi
Quei giovani in corsa verso il sogno d'una vita migliore
Domenica 15 marzo 2009
Tra i tanti giovani che vivono immersi in una società di cui non si chiedono più il senso e lo scopo, c'è ancora qualcuno che si ostina a esercitare un sano spirito critico, sottoponendo al vaglio della ragione la realtà che ha davanti e coltivando il dubbio come regola. Non sono molti quelli disposti a ragionare, e immaginare il futuro con occhi liberi da pregiudizi. Eppure proprio da loro passa il destino di chi spera in una riscossa, in un viaggio verso un mondo in cui l'uomo prevalga sulla macchina, il valore sulla merce, l'amore sulla pornografia. Sono loro ad avere gli strumenti per costruire una realtà diversa da quella in cui non si ritrovano, a incarnare la piccola lotta quotidiana di chi non si adatta a un sistema capovolto ed eccessivo. Loro a dare il titolo al romanzo ( Gli angoli remoti del presente , pp. 332, 18 euro, edito dalla Riflessione di Davide Zedda) che segna l'esordio alla scrittura del cagliaritano Stefano Piroddi (ieri la presentazione alla Vetreria di Pirri, con Giancarlo Biffi).
Non ha scelto un tema facile, Piroddi, per dare avvio alla sua esperienza da scrittore. Avrebbe potuto rincorrere il filone Moccia, oppure inseguire la spirale degli autori tristi che vedono i giovani d'oggi come la prova vivente dell'esistenza di Satana. E invece questo trentatreenne, alla ricerca di un luogo che per ora non c'è, ha deciso di mettere nero su bianco tutto quello che ha capito del mondo in cui vive e che non riesce a digerire. Avrebbe potuto farlo in forma di saggio, di racconto o di breve satira. Ha scelto la forma del romanzo, portando il lettore a seguire le peripezie di un gruppo di giovani che scelgono di cambiare il mondo attraverso una rivoluzione pacifica in nome della tolleranza e della riscoperta dei valori fondamentali. «Ho immaginato un'avventura quasi epica, una corsa verso la realizzazione di un sogno», spiega, «perché mi è sembrata la chiave giusta per dire le cose in cui credo. Non chiedo a nessuno di fare la rivoluzione, però mi basta che il lettore sia invogliato a chiedersi se quello in cui viviamo sia davvero il migliore dei mondi possibili o se non sia il caso di pensarne uno diverso».
Dietro la finzione narrativa, sono nascosti i grandi temi del dibattito politico contemporaneo: il mito della crescita illimitata, i rischi legati all'inquinamento ambientale, il dominio della tecnica sull'uomo, lo svilimento di valori come solidarietà, rispetto, amore durevole. Temi che si ritrovano anche nei saggi di intellettuali del calibro di Massimo Fini, Zygmunt Bauman o Serge Latouche e che nel romanzo vengono proposti con intelligente leggerezza. «I grandi pensatori spiegano le rispettive tesi con ragionamenti e dissertazioni», osserva lo scrittore esordiente, «mentre io nel mio piccolo ho lasciato che fossero artisti-guerrieri ad entrare in azione: artisti perché hanno la sensibilità per capire le cose che non vanno e l'immaginazione per pensare a un mondo diverso, guerrieri perché hanno il coraggio per tentare di modificare il corso delle cose». Ognuno, questo il messaggio, può provare a modo suo a costruire un mondo diverso, senza ricorrere per forza a una rivoluzione senz'armi. Magari cominciando a riflettere di più sulle cose, a vivere in modo più sobrio, a recuperare l'affetto delle persone sincere, a svolgere con intelligenza la propria missione. Che nel caso di Piroddi passa per un'esistenza all'attacco e la scrittura di nuovi romanzi.
LORENZO MANUNZA
FONTE: http://edicola.unionesarda.it/Articolo.aspx?Data=20090315&Categ=9&Voce=1&IdArticolo=2332610
4 - L'Unione Sarda (2)
Estate - Spettacolo
Il romanzo di Piroddi sarà un film
Venerdì 06 agosto 2010
L'obiettivo - fare luce sui tanti giovani che non vogliono rincretinire dietro le smanie di una civiltà schizzata - non era dei più semplici. Il titolo ( Gli angoli remoti del presente ) poteva sembrare perfino ermetico. Eppure, a quasi un anno e mezzo dall'uscita, il libro d'esordio del cagliaritano Stefano Piroddi, classe 1975, continua a far parlare di sé. Grazie al passaparola, il romanzo veleggia verso le duemila copie, risultato lusinghiero per un testo pubblicato da una piccola casa editrice (La Riflessione) e diffuso entro i confini dell'Isola. Ma quel che più conta è che presto l'opera - che narra di un gruppo di giovani decisi a cambiare il mondo attraverso una rivoluzione pacifica - potrebbe passare dalla carta al grande schermo.
L'idea è nata dalla mente di Paolo Planta, fratello e collaboratore del regista Giancarlo, che ha recentemente diretto il film Angelus Hiroshimae , con protagonista Franco Nero, colonna sonora di Ennio Morricone e didascalie di Pasquale Panella. È stato Planta a pensare alla trasposizione cinematografica e a proporre a Piroddi di stendere la sceneggiatura. «Non per una produzione in stile Hollywood o Cinecittà», scherza lo scrittore, «ma per un progetto comunque entusiasmante da realizzare tra Roma e la Sardegna. Io ci lavoro già da settimane e proseguirò anche durante l'estate, con il sogno di far partire in autunno i provini degli attori».
Intanto, per Piroddi continuerà il giro di presentazioni del romanzo. Dopo le tappe di Roma e Bruxelles e Stintino in autunno sarà a Serdiana (nella comunità La collina di don Ettore Cannavera), al Centro di cultura sarda di Berlino (inizio settembre), al Circolo di Madrid (fine novembre) e al Centro multiculturale di Aquisgrana. «La grande attenzione per il libro è un segnale dell'importanza di certi temi», spiega Piroddi. «Nel romanzo, immaginando una corsa verso la realizzazione di un sogno, ho suggerito alcuni spunti, dal mito della crescita illimitata ai pericoli dell'inquinamento, dallo strapotere della tecnica allo svilimento del principio di solidarietà. Questioni attuali, che fanno riflettere. Ed è bene farlo, finché si è in tempo».
LORENZO MANUNZA
FONTE: http://edicola.unionesarda.it/Articolo.aspx?Data=20100806&Categ=29&Voce=9&IdArticolo=2488760
5 - Q-Libri Network
Recensioni dei lettori
1 - La trama e le recensioni di Gli angoli remoti del presente, romanzo di Stefano Piroddi edito da La Riflessione. Nella realtà grigia e depressa dei nostri giorni, irrompe un ragazzo venuto dal nulla. È Oscar Petri, cresciuto tra boschi, fiumi e montagne, e con un'idea precisa su come cambiare il mondo, attraverso la potenza dell'Arte e della Poesia. Sfruttando l'immensa e morbosa popolarità costruita dai media sul suo personaggio, Oscar dichiara guerra al nostro modello di civiltà e si mette a capo di una ribellione giovanile senza precedenti: un evento che spacca le famiglie, ridicolizza i media e la politica, spazza via certezze ritenute incrollabili. Sullo sfondo di questo cambiamento epocale, un altro ragazzo, Roberto Salinari, narra in prima persona la propria vicenda e quella dei suoi amici (e nemici), alle prese con esperienze che cambieranno per sempre la loro vita e il loro rapporto con se stessi.
2- Coinvolgente
Nel leggere il romanzo si contrappongono due realtà: la prima è grigia, buia, lenta, dominata dall’apatia, dalla paura, dalla rabbia e da false illusioni di felicità; nella seconda predominano ritmi più armoniosi, i colori sono più brillanti, i sentimenti dominanti sono la gioia, l’entusiasmo, la curiosità, e la pienezza della vita umana che ha modo di manifestarsi.
La prima è la realtà dei nostri giorni, la società occidentale che ha fatto del consumismo, dell’immagine e dell’efficientismo fine a sé stesso i falsi miti da seguire. I genitori e gli insegnanti, che dovrebbero avere il compito di educare, e dovrebbero farlo mostrando la realizzazione della propria vita e accogliendo i propri figli, in questa società non lo fanno. Sono essi stessi inconsapevoli dei propri bisogni, e frustrandoli continuamente nel tentativo di adeguarsi al sistema, inviano ai propri ragazzi gli stessi messaggi che inviano a sé stessi: non essere tè stesso, non entrare in intimità con gli altri, ma sforzati, sii forte e perfetto nell’adeguarti ad un modello di uomo che basta a sé stesso in quanto possiede tutto ciò che gli occorre: successo, potere, denaro, beni materiali. Il sistema basato sul mercato è fondamentalmente innaturale, alle dipendenze di una struttura totalitaria di potere, che ci vuole tutti uguali, conformati, prevedibili e confusi nella massa. I portavoce di questo sistema nel libro sono soprattutto gli adulti, che hanno smesso di sognare e sono sordi ai bisogni dei propri giovani, oltre che qualche ragazzo che ha la mente offuscata dai falsi miti. Roberto, un adolescente che parlando in prima persona rappresenta i giovani immersi in questa società, descrive minuziosamente le fatiche del crescere, dell’imparare, del confrontarsi con gli altri e con sé stessi, le incomprensioni, le alleanze, i conflitti tra pari e le trascuratezze da parte degli adulti. In una scuola e in una famiglia nella quale le regole sono dettate dal sistema consumistico i ragazzi affrontano continuamente quelle sottili e a volte esplicitamente pesanti disconferme che colgono impreparati ad ogni età, ma che giungono come un dardo mortale quando si è inesperti e non ancora adulti. Roberto percepisce quella costante e diafana ironia che genitori e insegnanti usano velando ogni sguardo e ogni parola quando comunicano con i ragazzi con un impenetrabile pellicola falsante le loro reazioni, quella perenne malinconia che pervade questi ultimi quando si sentono invisibili, pur consapevoli dello spazio fisico occupato dal loro corpo, quasi un faraglione battuto dalle onde del mare che colpiscono e fuggono, percuotono e si ritraggono, biancheggiano e scemano nell’anonimato che omologa rispetto alla loro immobilità che distingue. Con lo sguardo di adolescente focalizzato su sé stesso e sul gruppo dei pari, egli da dimostrazione di aver appreso, in casa e a scuola, il disvalore dell’indifferenza alla persona, e lo fa sia nei propri confronti, obbligandosi a fare qualcosa che non desidera per compiacere qualcun altro, sia nei confronti di chi viene nel modo più esplicito e violento, schiacciato e umiliato da altri.
Nella realtà “di colore blu elettrico su sfondo nero” irrompe Oscar, un giovane uomo che a questa realtà non vi appartiene. Egli vive nei boschi, e ai falsi miti della società che tenta di fare dell'uomo un essere omologato, contrappone i valori della natura che non è mai omologata ma varietà e singolarità, dalla quale è possibile apprendere l’evoluzione che poggia sulla varianza.
La natura è un sistema che ci vuole tutti diversi e per cui ogni essere umano è una singolarità originale e inesausta. Non cercare un punto di appoggio nella storia o fra gli uomini, ma cercarlo in sè stessi: questa è la strada che indica Oscar, il graffitaro gentiluomo che, a differenza degli adulti massificati, più attenti alle regole del sistema che ai ragazzi, sa leggere nell’ animo di questi ultimi ed essere per loro una guida coerente, oltre che un “porto sicuro”, presente quando loro ne hanno bisogno. Con l’arrivo di Oscar i colori della realtà personale e sociale prendono vita diventando sempre più brillanti e accesi: i giovani costituiscono un movimento che si estende, e man mano che cresce aumenta in loro, fino ad esplodere, la voglia di sperimentare, di mettere in discussione le regole apprese e di vivere. La rabbia che di questa voglia di vivere è l’elemento propulsivo, ora è costruttiva, viene agita sugli adulti e sull’intero sistema che a loro appartiene per abbatterlo e crearne uno nuovo. Essa rappresenta, metaforicamente, la sana rabbia dell’adolescente che vuole costruire una propria Identità autonoma. Solo attaccando e “facendo morire dentro di sè” il vecchio genitore, che sino a quel momento è stato messo dal figlio sul piedistallo in modo acritico e tipico del bambino, il ragazzo può “separarsi” psicologicamente da lui. Molti genitori al giorno d’oggi non si vogliono separare dai figli; sono genitori che non si prendono cura di sé, stressati, frustrati, anestetizzano il senso di solitudine e il non senso della propria vita, dicendosi che devono essere sempre fisicamente presenti per il figlio, dandosi da fare per occuparsi di lui anche quando lui può occuparsi di sé stesso. Sistema che tarpa le ali in modo invadente, imponendo delle norme che sono rigidamente esterne alla persona, impedendole la propria individuale autorealizzazione. Il percorso di Gioventù Ideale è un percorso di crescita che rispetta la libertà di ognuno e porta allo sviluppo dell’ Identità. Oscar va a toccare le corde più profonde dell’animo umano, stimolando la persona a coinvolgersi in modo crescente nell’ascolto dei propri bisogni, a riflettere in modo critico sulle regole esterne e a crearsi nuove norme interne, protettive e rispettose di sé e degli altri, e ad applicarle. L’Arte è il mezzo per raggiungere tale scopo, e ogni persona può scoprire la propria attitudine per almeno una delle varie forme d’arte. Lo Sport, il legame profondo con la natura e la scoperta delle proprie radici facilitano ulteriormente tale processo di crescita. Gli uomini e le donne che si “Individuano”, assieme costruiscono una società profondamente differente, e alternativa a quella vecchia.
3 – bellissimo
Si tratta di un romanzo insolito e molto ben scritto. Originalissimo nel descrivere una ipotetica rivolta giovanile che cambia il mondo, rovesciando gli attuali pseudo valori di riferimento: denaro e apparenza. Consigliato a chiunque abbia la sensibilità per capire che il sistema in cui viviamo è insostenibile e invivibile perchè umilia l'Uomo e distrugge la Natura. Suggestive le innumerevoli proposte che, attraverso i protagonisti, vengono suggerite dall'autore per condurre per mano un'intera generazione fuori dalla palude del vuoto e del consumismo. Solida la trama, tanti i colpi di scena, avvincenti i personaggi, anche quelli negativi. E speriamo che dal seme di questo libro possa germogliare qualcosa di bello.
4 - Un romanzo eccezionale! Non solo perchè tratteggia in maniera perfetta l'osierna decadenza delle istituzioni di stato, mercato e famiglia, ma soprattutto perchè propone (unico a farlo) una via suggestiva ed efficacissima per estirpare quella che può essere considerata la vera sciagura dei nostri tempi: il consumismo, lebbra dell'anima. il tutto attraverso personaggi (sia positivi sia negativi) sapientemente caratterizzati, dialoghi stimolanti e una trama ben costruita, ricca di colpi di scena. Probabilmente uno dei romanzi più originali degli ultimi 30 anni; consigliato a tutti quelli che si sentono "un angolo remoto di saggezza in un mondo di inutilità".
5- E' un romanzo che esprime in maniera profonda, e in certi momenti cruda, l'enorme disagio che provano molti giovani nel vivere in una società come la nostra.
Società dominata dal culto dell'apparire e dell'avere a tutti i costi. Un avere a tutti i costi senza controllo, quasi bulimico.
Una società priva di contenuti e indifferente.
Una scuola che non funziona più e che pare destinata a funzionare sempre di meno. Famiglie in cui il dialogo è assente,
Bambini abbandonati davanti ad un televisore o ad una play station, figli consegnati ad una società che che gli sta riducendo il cervello in pappa.
Persone imprigionate in un correre giornaliero e in un rincorre non sogni, ma illusioni.
Quando ci si risveglia da un sogno resta sempre qualcosa che ci fa crescere, quando ci si risveglia da una illusione rimane solo il nulla, il male oscuro di questa scoietà.
Società che il meglio che sa offrire ai suoi giovani figli in questo momento è indifferenza per le loro esigenze, per il loro futuro e alcool e droga.
Giovani anestetizzati. E badate, non sto esagerando, la maggior parte di una certa fascia di giovani oggi è davvero così.
In questo scenario si muovono i due protagonisti principali del romanzo.
Roberto Salinari, uno studente liceale in preda ad una forte crisi, un ragazzo che si guarda intorno e vede solo ipocrisia, cattiveria e vuoto.
Oscar Petri, un ragazzo che appare all'improvviso e, utilizzando gli stessi mezzi che stanno uccidendo le persone, compie delle azioni fortemente simboliche che fanno esplodere una rivoluzione giovanile.
Esistono degli angoli remoti nel presente di ognuno di noi ..., angoli dai quali sgorgano emozioni, sentimenti.
A volte capita che da un angolo remoto nasca un urlo, una voce che grida e ci dice che tutto ciò non va bene, non ha niente a che vedere con l'uomo, è disumano, non ha senso.
L'uomo ha bisogmo d'altro.
Oscar Petri nel romanzo lancia quell'urlo e pian piano molti, moltissimi ragazzi lo raccolgono e lo fanno risuonare con il loro e iniziano a sognare e creare un mondo migliore, ma creare un mondo migliore implica un taglio netto e molta determinazione.
6 - Il mondo è ormai dominato dalla noia. Tutto è colorato di grigio. Anche l’aria che si respira è grigia, appena screziata da una superficialità che degenera presto in eterne sfilate dell’apparenza. I rapporti umani e familiari sono schiacciati da frustrazioni ed inganni. Ogni emozione è taciuta, inespressa, nascosta.
La forza della prepotenza e della prevaricazione piega inesorabilmente il più debole, ormai rassegnato a soccombere. Il connubio di elementi osceni e disgustosi fa crescere una TV spazzatura che irresistibilmente attrae diventando la centralità di un vivere competitivo e consumistico, sfrenato e globalizzante. Ogni antico valore sembra essere stato abbandonato, sorpassato, offuscato e ha ormai perso la sua essenzialità.
La violenza conduce l’essere umano, già schiavo di ogni tipo di bisogno ridicolo e superfluo, verso spirali di avidità e bramosia che sembrano non avere via d’uscita.
E’ in questo scenario, ogni giorno toccato con mano, che vive Roberto sentendosi sempre più sradicato, avulso, demotivato fino a provare una crescente sensazione di nausea che lo lascia impotente a vomitare solitudine ed inedia dentro se stesso e a nascondere la sua anima dietro un paio di occhiali da sole per escludere ed escludersi.
Ma ecco sui muri di tante città diverse, quasi contemporaneamente, compaiono delle strane scritte che, riportando frasi tratte da famosi romanzi, danno voce ai bisogni dimenticati dell’anima proponendo il ritrovamento dei propri valori e della propria identità attraverso l’Arte, lo Sport, il rapporto con la Natura, il recupero delle proprie radici.
Oscar Petri è il Graffitaro Gentiluomo che annuncia la possibilità di trasformare radicalmente il mondo con l’abbattimento della vecchia società e la diffusione di questo pensiero che, solo se condiviso dai più, può essere l’unico antidoto al disagio provocato da quel Nulla Oscuro che è diventata la vita. I suoi interlocutori sono essenzialmente i giovani ed è a loro che in particolar modo si rivolge questo personaggio che ha qualcosa di fiabesco, di evangelico, di epico, pallido poeta dell’essenza dell’esistenza, fermamente convinto a portare avanti, insieme all’intera popolazione giovanile, un percorso che conduce a ritrovare l’assoluta armonia con il grande spirito dell’Universo.
Tutti i ragazzi, compreso Roberto, ne sono affascinati e subito vengono travolti da questo nuovissimo messaggio che si diffonde a macchia d’olio confluendo in un vero e proprio Movimento che ogni giorno raccoglie migliaia e migliaia di accoliti in tutto il mondo: la “ Gioventù ideale”, rappresentata da una bandiera che raffigura una Fenice Risorgente dalle ceneri delle attuali istituzioni.
Colonne portanti del Movimento sono gli Artisti-Guerrieri, uomini e donne eletti che in quanto Artisti sono capaci di immaginazione e di creatività e quindi in grado di concepire una realtà diversa e in quanto Guerrieri hanno la forza di portare avanti una rivoluzione non armata con eroico coraggio ed assoluta fermezza.
Ma se “un sogno non è pericoloso, può diventarlo se sono in molti a farlo” e questa imponente ribellione, così come tutte le rivoluzioni, sacrificherà molte vite al “paradiso delle anime belle”, provocando una scontro generazionale senza precedenti.
Con uno stile fluido, giovane e armonioso, questo originale libro ha la capacità di elargire al lettore una vasta gamma di emozioni e molteplici spunti di riflessione: c’è poesia, c’è suggestiva bellezza, c’è fantasia ma anche i tanti grandi temi che riguardano il mondo contemporaneo e che ogni giorno pongono più di un interrogativo alle nostre coscienze. La trama è avvincente, ricca di personaggi che generano empatia, stimolanti i dialoghi. L’evoluzione degli intrecci trascina profondamente senza cedere mai il passo alla noia e travolge in un “sentire” che diventa sempre più profondo e intimo fino ad un imprevisto finale che ha il sapore di una favola. E questa favola, all’apparenza gettata per caso in questa nostra realtà così opprimente e demoralizzante, ha la grande capacità di regalarci frammenti di speranza e una voglia coraggiosa di poter ancora lottare sfidando l’ottusità, la superficialità estrema, il cinismo dilagante, la disonestà.
“ L’obiettivo che mi sono proposto scrivendo questo libro ”dice l’autore” è di far in modo che tutti gli Angoli Remoti di questo nostro Presente, cioè donne e uomini di ogni età, ma dotati di sensibilità, immaginazione e coraggio, possano ritrovarsi insieme e insieme confrontarsi e perseguire così positivi risultati che diano inizio ad un cambiamento atto a migliorare la società ed il mondo in cui viviamo”.
FONTE: http://www.qlibri.it/narrativa-italiana/romanzi/gli-angoli-remoti-del-presente/
6 - www.capoterra2000.it
www.capoterra2000.it Settembre - ottobre 2009
Libri. Con la sua prima opera “Gli angoli remoti del presente” - edito dalla casa editrice “La Riflessione” - Stefano Piroddi appassiona e fa discutere
OSCAR, UN RAGAZZO VENUTO DAL NULLA
Cagliari. La vicenda narra di un giovane cresciuto tra boschi e montagne con le idee chiare su come attraverso
l'arte e la poesia si potrebbe cambiare il mondo. Un mondo, quello degli “ ”, che
racconta della realtà depressa e grigia dei nostri giorni, un mondo difficile e faticoso. Abbiamo incontrato l'autore,
Stefano Piroddi, un giovane avvocato con la passione per la scrittura.
-Stefano Piroddi, la tua prima opera, un romanzo che appassiona e che fa riflettere: perché secondo te?
“É un romanzo che appassiona perché credo sia facile immedesimarsi nei personaggi e, forse, anche perché ho
letteralmente disseminato la trama di colpi di scena. In quanto al "far discutere" secondo me, questo dipende dal
tema centrale del romanzo: una rivolta di giovani sognatori - gli “ ” a cui si riferisce il
titolo - che cambiano il mondo in cui vivono sostituendo al culto del denaro e dell'apparenza su cui si regge questa
società, ben altri valori come la scoperta di se stessi, ovvero l'identità, e un rapporto simbiotico con la natura e gli
altri esseri umani, cioè la comunità”.
- Scrivere per te è una passione o quasi una necessità?
“Penso che in ogni vero autore passione e necessità coincidano: se provi passione per un certo tema, su cui
desideri scrivere, automaticamente senti anche la necessità di dargli corpo e anima attraverso un'opera che lo
rappresenti”.
- Oscar, il protagonista del tuo romanzo quanto ti somiglia, e in cosa?
“É difficile assomigliare a un personaggio come Oscar Petri: si tratterebbe di fare scelte di vita davvero estreme. Ma
quello che lui dice è certamente ciò che io penso di questo mondo e di come lo cambierei. Oscar è più che altro la
rappresentazione simbolica di un'idea. Émolto più facile somigliare agli altri personaggi del libro”.
- Cosa vorresti che rimanesse al lettore dopo la lettura del tuo romanzo?
“Almeno un dubbio: che il mondo in cui viviamo, nonostante i sorrisetti artefatti degli spot pubblicitari e lo sfavillio di
merci dei centri commerciali, non è il migliore dei mondi possibili. Se poi, al termine della lettura, qualche lettore si
sentirà incoraggiato anche a darsi da fare per migliorare l'attuale stato di cose, tanto meglio”.
Angoli remoti del presente
FONTE: http://www.capoterra2000.it
7 - La Collina
LA COLLINA N. 4 OTTOBRE-DICEMBRE 2010
19 INcONTrI cULTUrALI
Storia degli artisti-guerrieri e della ribellione non violenta DI A.G.
Gli angoli remoti del presente è un romanzo scritto da Stefano Piroddi, trentacinque anni e un sogno: cambiare il mondo. Come i protagonisti del suo libro, gli «artisti-guerrieri» che decidono di uscire dalla massa anonima e di combatterla, con le armi del pacifismo e dell’ironia. I n occasione della presentazione del suo romanzo Gli angoli remoti del presente (Edizioni La Riflessione) svoltasi in comunità mercoledì sei ottobre, abbiamo intervistato il giovane autore Stefano Piroddi, 35 anni, laureato in Giurisprudenza, di professione avvocato. Il romanzo, presentato in Collina dall’antropologo Bachisio Bandinu e dal sociologo Salvatore Cubeddu, racconta le vicende di Oscar Petri, cresciuto nella Natura selvaggia, che porta con sé un’idea precisa su come cambiare il mondo, attraverso la potenza dell’Arte e della Poesia. Sfruttando l’immensa popolarità costruita dai media sul suo personaggio, Oscar dichiara guerra al nostro modello di civiltà e si mette a capo di una ribellione giovanile senza precedenti. Sullo sfondo di questo cambiamento epocale, un altro ragazzo, Roberto Salinari, narra in prima persona la propria vicenda e quella dei suoi amici (e nemici), alle prese con esperienze che cambieranno per sempre la loro vita e il loro rapporto con se stessi. Quando hai iniziato a maturare la tua coscienza politica? Avevo 18 anni, prima ero un qualunquista come molti ragazzi a quell’età. Ero sicuro di essere diverso da tutti gli altri, mi sentivo una pecora nera. Però non sapevo come “declinare” il nero di quella pecora. L’ho capito solo quando ho iniziato a interessarmi di problemi sociali, politici. Ho letto tantissimi libri, ho vissuto all’estero, ho conosciuto, ho visto e fatto. Esperienze fondamentali che mi hanno permesso di crescere, di evolvere. Di cambiare. I ragazzi protagonisti del tuo libro, gli artisti-guerrieri, mettono in atto una ribellione nei confronti dello status quo sociale e politico. Che metodi utilizzano? È una ribellione non violenta, pacifica. Parte dei giovani protagonisti vorrebbero abbracciare la lotta armata, secondo loro la via più facile per la conquista di obiettivi reali. A vincere è però l’altra parte, quella che crede nell’opposizione non violenta, gandhiana. Dunque, gli artisti-guerrieri non si scagliano con la lotta armata contro la società per difendere i loro ideali, ma utilizzano il pacifismo e anche un’altra potente arma: l’ironia. Ad esempio, paragonano alcuni politici a talpe, come questi animali talmente abituati a stare sottoterra da non vedere più le stelle e dunque ormai privi della capacità di sognare. Che rapporto hanno i giovani del tuo romanzo con gli adulti? I ragazzi del mio libro si contrappongono agli adulti proprio perché rappresentano il vecchio da cambiare, in contrapposizione al nuovo, che emerge. È la classica opposizione, topos di molti romanzi del genere. Il fatto che giovani e adulti combattano assieme, per quanto possa essere auspicabile, non solo non è avvincente e intrigante come espediente letterario, ma è un’idea per me totalmente priva di stimoli. Mi sarebbe stato impossibile realizzare un romanzo nel quale adulti e giovani si siedono attorno allo stesso tavolo e decidono di cambiare il mondo. Non è un’idea letteraria. Il messaggio del mio libro è uno stimolo forte per le giovani generazioni, che negli anni avvenire avranno la responsabilità del mondo. Perché questo pianeta sarà in primis loro, non degli adulti di oggi. Ti senti una “pecora nera” anche oggi, ormai trentenne, rispetto agli uomini della tua età? Mi sento più giovane, pieno di vita e di ideali. Gli “uomini” della mia età sono definiti tali solo perché la loro carta d’identità riporta questa indicazione. Ma quanto hanno di “umano”, realmente? La maggioranza dei miei coetanei sono morti dentro. Anche se però, adesso, sto incontrando tantissime persone come me, diverse rispetto alla massa che segue pedissequamente il sistema. Come si raggiunge l’armonia tra mente e corpo, fondamentale conquista dei protagonisti del tuo libro? Uno dei miei personaggi, a un certo punto della storia, dice: “Dobbiamo imparare a vedere le cose non soltanto attraverso il loro lato prosaico ma anche attraverso quello poetico”. Questa visione mi appartiene, e la considero fondamentale per il raggiungimento dell’equilibrio armonico tra corpo e mente e di una spiritualità intesa in senso laico. Dobbiamo imparare a vedere la realtà con poesia. Quando chiesero a un allievo di Confucio cosa fossero le stelle, lui non rispose “corpi celesti che brillano di luce propria”, ma disse: “Sono buchi del cielo dai quali filtra la luce dell’Infinito”. Senza andare così indietro nel tempo, si può citare perfino il cantautore Jim Morrison, che amava ripetere: “Anche i fiori piangono, e ci sono stupidi che pensano sia rugiada”. Visioni poetiche, che consentono di comunicare con la Natura, con l’ambiente circostante, e ci aiutano a vedere la realtà attraverso un’ottica totalmente diversa, l’ottica degli artisti-guerrieri
FONTE: http://rivistacomunitalacollina.blogspot.com/2010/11/i-n-occasione-della-presentazione-del.html
8 - La Gazzetta del Medio Campidano
La Gazzetta del Medio Campidano OTTOBRE-DICEMBRE 2010
Alla ricerca di un nuovo modello di società.
La storia di tanti ragazzi e ragazze con tanta voglia di cambiare il mondo.
“Un romanzo originale, che sicuramente fa e farà discutere.” E’ questo il primo commento fatto da tutti coloro che hanno letto il romanzo “Gli angoli remoti del presente”, un’opera narrativa che apre nuovi scenari, denuncia e propone ma soprattutto trasmette un messaggio. Questo è in breve il contenuto di un romanzo che non ha il solo scopo di narrare una storia.
“Gli angoli remoti del presente”, che verrà presentato presso la Biblioteca di San Gavino Monreale a gennaio, è un libro scritto da Stefano Piroddi, giovane autore del nostro territorio che ha deciso di veicolare un particolare messaggio di cambiamento attraverso la sua opera narrativa edita da La Riflessione. La storia ha come protagonisti Oscar Petri, figura insolita nel nostro panorama sociale, un anticonformista per eccellenza con la volontà di sovvertire la società odierna per dare un futuro ai giovani. Poi c’è Roberto Salinari, un diciassettenne qualunque che vive insieme a tutti i suoi coetanei e suoi amici o persone conosciute durante il corso degli eventi una nuova avventura destinata a cambiare la sua esistenza e quella del mondo intero.
Il libro è un viatico per un messaggio importante, un messaggio di denuncia ma non solo. La denuncia di questa società odierna, una società materialista, in cui i miti della televisione la fanno da padrone. La narrazione analizza la “cancrena” di questo sistema con gli occhi dei giovani. Giovani che vorrebbero essere liberi, liberi di volare ma hanno le ali tarpate. Giovani che non sanno come esprimere i loro potenziali, vincolati da degli stereotipi e dei dogmi troppo rigidi. Nel racconto, Oscar Petri assume la figura di colui che intraprende una propria guerra personale per dare un avvenire alla gioventù. Ma al tempo stesso la narrazione propone il superamento di questa fase e un ritorno alle origini per capire il senso del nostro essere, per essere coscienti della natura di cui facciamo parte.
Una storia interessante, con vari risvolti, ma che si pone come obiettivo il risvegliare la consapevolezza di tanti ragazzi e ragazze del mondo in cui viviamo. Assolutamente da leggere anche per instaurare un dibattito costruttivo su come porre rimedio ai tanti errori che hanno portato la nostra civiltà a questo punto di non ritorno.
Lorenzo Argiolas
INTERVISTE VIDEO
1 - Videolina Mattina
Link: http://www.videolina.it/play/3491/L'adolescenza%20(Parte%202).html
2 - Circolo Equilibri Elmas
Link: http://www.youtube.com/watch?v=Bgr-EG4NwSc
INTERVISTE AUDIO
1 - Unica Radio.it
Link: http://www.unicaradio.it/librando/quattro-chiacchiere-con-stefano-piroddi
2 - Radio Alma Bruxelles
Link: http://radioalma.blogspot.com/2010/05/brussellando-del-18-maggio-2010.html