"Piazza Fontana" di Francesco Barilli e Matteo Fenoglio - Becco Giallo, 2009.
"Milano, 12 dicembre 1969. La Banca Nazionale dell'Agricoltura, al civico 4 di Piazza Fontana, è affollata per le contrattazioni del mercato agricolo che per tradizione si tengono di venerdì.
Alle 16.37, nella sala principale della banca, esplode una potentissima bomba al tritolo collocata in modo da provocare il massimo numero di vittime: piazzata sotto il tavolo che si trova al centro del salone riservato ai clienti, di fronte agli sportelli. Il bilancio delle vittime è devastante: 17 morti e 88 feriti. Nei giorni successivi alla strage, solo a Milano, vengono fermate e interrogate 84 persone tra anarchici, militanti di estrema sinistra, appartenenti a formazioni di destra. Il primo a essere convocato è il ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, chiamato in Questura poche ore dopo l'esplosione. A interrogarlo è il commissario Calabresi, che guida l'inchiesta sulla strage che segna l'inizio della strategia della tensione e apre il sipario sui dieci anni più controversi e bui della più recente storia italiana. Quella strage, quelle trame antidemocratiche, imposero alla democrazia italiana una prova da superare: saper guardare dentro a se stessa e guarire dal suo male o accettare di conviverci e farsene consumare. Quella prova la democrazia italiana non ha saputo superarla: c'è un debito di verità e giustizia da assolvere, ma la Repubblica non è mai riuscita a saldarlo". (Dalla Prefazione di Aldo Giannuli).