"Oscar Fingal O'Flahertie Wills Wilde (Dublino, 16 ottobre 1854 – Parigi, 30 novembre 1900) fu un celebre poeta, aforista, scrittore, drammaturgo, giornalista e saggista irlandese.
Autore dalla scrittura apparentemente semplice e spontanea, ma sostanzialmente molto ricercata ed incline alla ricerca del bon mot, con uno stile talora sferzante e impertinente egli voleva risvegliare l'attenzione dei suoi lettori e invitarli alla riflessione. È noto soprattutto per l'uso frequente di aforismi e paradossi, per i quali è tuttora spesso citato. L'episodio più notevole della sua vita, di cui si trova ampia traccia nelle cronache del tempo, fu il processo e la condanna a due anni di prigione per avere violato la legge penale che codificava le regole morali in materia sessuale della sua stessa classe sociale. Molti i libri scritti sulle sue vicende e sulle sue opere, tra le quali, in particolare, i suoi testi teatrali, considerati dai critici dei capolavori del teatro dell'800" (da Wikipedia)
"Il ritratto di Dorian Gray" di Oscar Wilde - Fabbri Editori, 1998.
"La giustizia degli uomini non mi tocca. Nessun tribunale della terra saprebbe giudicarmi". Così esordisce nel romanzo il protagonista Tullio Hermil. Costantemente infedele alla moglie Giuliana, in un tardivo tentativo di riavvicinamento alla propria consorte egli scopre che questa porta in seno il frutto di un unico, irreparabile tradimento. Fra sé e la rinnovata passione verso Giuliana si frappone il piccolo intruso, e Tullio non esita a provocare la morte della creatura innocente. Influenzato da Tolstoij e Dostoevskij, pregno dell'incipiente decadentismo contemporaneo, intriso delle letture di neurologia e psichiatria, questo romanzo dannunziano conobbe alla sua uscita nel 1892 un grande successo in Francia (dove fu subito tradotto) e nel resto dell'Europa, prima ancora che in Italia.