Un'immagine enigmatica nella chiesa di San Gavino.
Parlando della scoperta dell’immagine sotto la scritta celata in una rientranza dell’abside a destra dell’altare, possiamo dire che questa non è frutto solo di una particolare intuizione nata dalla necessità di capire il senso dell’iscrizione medesima, quanto anche dalla domanda che mi sono posto sul fatto del perché si trovasse proprio in quella peculiare posizione, e pure, appunto, nascosta… E cosa poi?
Delle lettere senza senso come alcuni hanno detto? No, sicuramente un senso c’era, anzi, c’è, e questo è quello legato al mistero per cui con della calce qualcuno ha cercato di rimuovere dalla memoria storica la figura stessa. Ma la figura di chi? In questo senso si possono fare soltanto delle ipotesi. Del resto, se non avessi usato Photoshop, utile programma per la manipolazione delle immagini, difficilmente avrei visto la figura, evidenziando quello che della stessa immagine era rimasto: un misero contorno di scarabocchi rossi appena percepiti e difficilmente decifrabili. E questo, sicuramente tempo fa, quando ancora non v’era la tecnologia di cui disponiamo fortunatamente oggi, non poteva essere compreso! Con vari filtri ho interagito sull’immagine che ho scattato col mio stesso cellulare e, con grande sorpresa, ecco cosa in diverse foto si è rivelato: un disegno o addirittura un ritratto, appunto di un maestro, o di uno scalpellino o di un “semplice” muratore difficilmente databile, che ha posto in essere il restauro dell’abside come datato da una scritta sul muro laterale destro o, addirittura, costruito la chiesa e la chiesa, chissà… Agli storici l’ardua sentenza. È curioso dover notare che, se io e Susanna Sitzia non avessimo interagito, sicuramente non ci sarebbe stata alcuna scoperta. Quindi vuoi per destino, vuoi per casualità, a cui io personalmente non credo, ecco che siamo riusciti a dare un contorno all’immagine di un uomo con tanto di martello e di squadra, come si potrebbe pensare osservando bene la fotografia che ho realizzato. Riportando la figura nel contesto della chiesa, e prendendo in considerazione il peduncolo della giudicessa de facto, Eleonora, senza corona e coi capelli sciolti, con ben sei croci templari scolpite sul petto, potremmo pensare tante cose, a cui io mi sono dato una spiegazione logica, ma vorrei, a questo punto, che pure voi possiate darvene una, la quale, penso, sia abbastanza chiara! Una chiesa post templare rimaneggiata più e più volte, sopravvissuta agli evi e alla damnatio memoriae che è caduta sulla casata dei De Arborea. Ormai, quel che rimane da scoprire, è sicuramente la cripta di cui Casti ha parlato nei suoi libri. La storia attende..
Dennys Cambarau