"Scripta aurea" di Sara Carvone - Edizione Prima, 2021.
La poesia è la voce dell’anima, un mezzo potente tanto quanto sottovalutato, capace di far vibrare gli abissi più profondi del nostro sé interiore. Possono dunque dei versi antichi ed ancestrali ripercorrere più vite sino a giungere alla chiave dell’illuminazione da sempre ambita dall’umanità?
“Risveliati abbracciando la naturale essenza cui eri, sei e sempre sarai, quella dell’anima, trascendentale spirito di saggezza”.
Il libro di Sara Carvone è certamente uno di quei libri che meritano di essere letti in ogni momento e in ogni luogo. Un libro carico di emozioni, di scene evocative, di passi che conducono a mondi lontani eppur vicini, come succede spesso quando ci lasciamo andare ai ricordi. Le poesie presenti nel testo hanno questo potere. Il potere di farci ricordare che la scrittura, a volte, è l’arma vincente per suscitare in noi tante di quelle emozioni e sensazioni che diamo spesso per perse.
Le poesie di Sara spaziano tra più fronti, da temi mistici e teologici, a quelli più romantici, da quelli più esoterici a quelli più quotidiani, quasi come a farci intendere che aspetti apparentemente contrastanti in realtà riescono a convivere pacificamente e anzi, ad amalgamarsi appieno per creare un qualcosa di reale, lineare, coerente, splendido. Esattamente come Scripta Aurea.
L’autrice di per sé, ha una visione delle cose che rispecchia a pieno la sua scrittura e la sua voglia di far scoprire ciò che a volte si cela agli occhi di chi guarda superficialmente le cose, ossia quella magia che circonda tutti noi e tutti gli elementi di questa terra. Siano essi artificiali o naturali. Dalle sue poesie si traggono profonde riflessioni che portano sempre ad interrogarsi sulla natura della sua ricerca poetica e spirituale. Certamente queste poesie non vi lasceranno indifferenti.
Buona lettura a tutti,
Matteo Piras