"Poesie - Fedor I. Tjutcev" (a cura di Bazzarelli E.) - BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 1993.
È raro vedere un poeta russo antologizzato due colte in italiano a breve distanza di tempo.
È capitato a Fëdor Ivanovic Tjutcev (1803-73), uno dei pochi lirici dell'Ottocento russo degno di stare accanto ad Aleksandr Puskin: due scelte di poesie curate rispettivamente da Eridano Bazzarelli e Maurizia Calusio. Bazzarelli ripropone la selezione che rappresentò l'esordio italiano di Tjutcev nel 1959 (109 poesie, editore Mursia), ampliandola di una quarantina di testi e premettendovi una corposa introduzione seguita da "Il cosmo e l'acqua in Tjutcev", comunicazione letta nel giugno 1992 a Gargnano sul Garda in occasione di un convegno sul poeta. La Calusio offre invece uno strumento più agevole (80 poesie), con un'introduzione più succinta ma non per questo meno meditata. Per un panorama completo su Tjutcev in Italia vanno anche segnalatele ormai introvabili "Poesie", Einaudi 1964 (introdotte da Angelo Maria Ripellino e tradotte da Tommaso Landolfi): l'edizione einaudiana valorizzava l'autonomia poetica delle versioni di Landolfi, ma mancava del testo russo a fronte che invece opportunamente - e al giorno d'oggi indispensabilmente - accompagna le due edizioni più recenti: Due antologie, due apparati introduttivi: se non opposti almeno complementari: Basta confrontarne gli attacchi. Bazzarelli: "La poesia di Tjutcev non può essere letta se non come un discorso profondo e coerente: non certo come una serie di paesaggi o di impressioni o discorsi: Il canzoniere di Tjutcev è, così, unitario". Calusio: "Per molto tempo la poesia di Tjutcev è stata letta soprattutto filosoficamente...