"Il caso Cobain. Indagine su un suicidio sospetto" di Epìsch Porzioni - Chinaski Edizioni, 2008.
Seattte, aprile 1994. Kurt Cobaìn, motore creativo della più grande rock band degli anni '90, viene trovato morto nella sua villa col cranio sfondato e un fucile ancora stretto tra le dita. Prima ancora che l'indagine venga chiusa, la polizia di Seattle sentenzia: suicidio.
In fondo tutti gli elementi sembrano esserci: l'arma del delitto, la nota del suicida, almeno un precedente tentativo documentato di togliersi la vita. Eppure già poco dopo la morte del cantante iniziano a circolare voci secondo cui Kurt sarebbe stato ucciso. Un giornalista di Seattle scova discrepanze nel rapporto della polizia. L'investigatore privato Tom Grant, già assunto da Courtney Love per trovare il marito, contesta gli esami tossicologici e l'autenticità della grafia nella lettera d'addio. La notizia più sensazionale è però quella di El Duce, cantante dei Mentors, che dichiara di sapere chi ha ucciso Kurt Cobain. Peccato finisca sotto un treno una settimana dopo queste rivelazioni. Lo scrittore Episch Porzioni ha trascorso mesi ad indagare sul suicidio di Kurt e troppe cose non gli sono tornate: indizi (volutamente?) tralasciati, calligrafie contraffatte, impronte mancanti, testimonianze ambigue, mezze ammissioni e la vedova. La più oltraggiosa, eccessiva ed ambigua vedova della storia del rock: Courtney Love. Suicidio o complotto? Verità o finzione?