"La doppia vita di Max Fridman: Rapsodia ungherese-La porta d'Oriente" di Vittorio Giardino - Rizzoli Lizard, 2019.
1938. Anno febbrile. La Seconda guerra mondiale incombe e il mite Max Fridman è costretto, suo malgrado, a lasciare la sua tranquilla Ginevra per spolverare una pagina del suo passato.
Che cosa vogliono da lui i servizi segreti francesi? Che torni a fare il suo lavoro: la spia. Col suo fare insospettabile, in "Rapsodia ungherese" Max si insinua nel lato oscuro di Budapest, crocevia delle reti di spionaggio globali, per indagare sulle morti di alcuni colleghi. "La Porta d'Oriente", invece, lo vede catapultato da una crociera nell'Egeo alla ressa del Gran Bazar di Istanbul, sulle tracce di un uomo ricercato da tutte le potenze europee. Creato nel 1982 da Vittorio Giardino, Fridman è un personaggio che attraversa la Grande Storia con il garbo e la consapevolezza con cui è disegnato. Oltre ai suoi due primi racconti, questa edizione propone ai lettori una ricca galleria di illustrazioni e bozzetti, e una lunga intervista in cui Giardino apre le porte del suo studio per spiegare la genesi e l'attualità del suo personaggio: un uomo insofferente ai totalitarismi e alle verità assolute, un eroe borghese che sa che il male non si presenta mai sotto una sola bandiera.