Il sorriso di Pol Pot

Iperborea
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"Il sorriso di Pol Pot" di Peter Fröberg Idling - Iperborea, 2010.

Nell’estate del ‘78 un Boeing 747 cinese atterra nella Kampuchea Democratica con a bordo una delegazione dell’Associazione Svezia-Cambogia, guidata da Jan Myrdal, uno dei più influenti intellettuali svedesi del suo tempo, figlio dei premi Nobel Alva e Gunnar Myrdal.

I quattro svedesi sono tra i pochissimi stranieri a cui è stato consentito l’ingresso nel paese dove si è verificata la rivoluzione comunista più radicale a cui il mondo abbia mai assistito. Sei mesi dopo la loro visita si scopre che, nel corso dei tre anni e mezzo nei quali Pol Pot è stato al potere, quasi due milioni di persone (corrispondenti a un quarto della popolazione) sono stati giustiziati o sono morti di fame, in schiavitù. Ma durante il viaggio di mille chilometri attraverso il paese, i quattro delegati non hanno visto né morte né terrore, né si sono accorti delle devastazioni in atto, descrivendo anzi la rivoluzione dei Khmer Rossi come pienamente riuscita, un modello per le democrazie europee. Com’è possibile che quattro studiosi specializzati nel Sudest asiatico, abbiano compiuto un viaggio nel mezzo di uno dei più imponenti eccidi del Novecento senza vedere nulla? A trent’anni dal genocidio, mentre sta per arrivare la prima sentenza contro i gerarchi “rossi” superstiti, Peter Fröberg Idling ha compiuto lo stesso viaggio per far luce su questo enorme malinteso. Ha letto e scandagliato documenti, immagini e giornali dell’epoca; ha ripreso contatto coi protagonisti della vicenda, intervistandoli e indagando su quell’esperienza. Il risultato è un reportage avventuroso, un prezioso documento storico su uno degli episodi più sconcertanti della storia mondiale recente e sulla potenza accecante delle ideologie.