"I veleni della dolce Linnea" di Arto Paasilinna (traduzione dal finlandese di Helinä Kangas e Antonio Maiorca, postfazione di Goffredo Fofi) - Iperborea, 2003.
Un'amabile vecchietta in una placida cornice campestre, che quadretto incantevole! Ma le apparenze, si sa, ingannano.
L'anziana in questione è Linnea Ravaska, settantotto anni. Non è una campagnola autentica, bensì la vedova di un colonnello, costretta anni prima a vendere il suo lussuoso appartamento nella capitale, per far fronte alle pretese sempre più esigenti del suo nipote nullafacente Kauko “Kake” Nyyssönen, che è solito andarla a trovare una volta al mese, guarda caso sempre il giorno di riscossione della pensione. Dopo una visita particolarmente traumatica del nipote snaturato e di due suoi amici pregiudicati, Jari Fagerström e Pertti “Pera” Lahtela, la colonnella, terrorizzata, fugge a Helsinki per chiedere aiuto al suo vecchio medico di famiglia nonché ex amante Jaakko Kivistö. Non sentendosi completamente al sicuro neanche in città e ispirata dalla letteratura medica di quest'ultimo, Linnea decide di preparare veleni a profusione per potere, in caso di pericolo, porre fine alla propria tormentata esistenza. E in effetti non ha per niente torto a temere per la propria incolumità. Ma l'ultima ora della colonnella non è ancora scoccata. Con esilaranti colpi di scena il destino gioca a suo favore in una sequenza imperdibile in cui le potenti pozioni della dolce cuoca di veleni hanno il ruolo delle protagoniste…
RECENSIONI:
Il Sole 24 Ore – Giulia Crivelli (19/10/2003)
Ottantenne alla riscossa
La Stampa – Giovanna Zucconi (3/11/2003)
La dolce Linnea e il sisu che avvelena
TTL – Luigi Forte (6/12/2003)
Arsenico e beffe alla finlandese
Il Giorno – Luisella Seveso (15/5/2004)
La vedovella all’arsenico