"Cuore" di Edmondo De Amicis - 1886.
Di cosa parla “Cuore” di Edmondo de Amicis.
“Cuore”, è un romanzo per ragazzi scritto da Edmondo de Amicis.
E’ una storia ambientata nel periodo successivo all’Unità d’Italia e il protagonista è un bambino di dieci anni, Enrico, che attraverso un diario scrive giornalmente quello che vede e sente, tutto quello che gli accade intorno.
Nel romanzo l’attenzione è posta in particolare sul mondo della scuola, la maggior parte delle riflessioni sono sugli insegnanti e gli alunni della classe di Enrico, che racconta aneddoti e descrive i suoi compagni di avventura.
Il libro “Cuore” però non è il racconto visto solo dalla prospettiva di Enrico, c’è anche la visione adulta dei genitori, che attraverso lettere affettuose, cercano di rimandargli insegnamenti molto importanti per affrontare la vita, le difficoltà e le delusioni di tutti i giorni.
I valori che cercano di trasmettergli i suoi genitori sono l’amore per la patria, il rispetto degli altri, superando le diversità, che non devono essere considerate un limite, ma un modo per confrontarsi e arricchirsi, l’importanza del lavoro e del suo svolgimento, la morale e la necessità in certi casi di sacrificarsi.
In questo romanzo, che ha fatto storia ed è uno dei libri più letti in Italia – che ancora circola tra i banchi di scuola – c’è la descrizione, ovviamente infantile, di un bambino che racconta quello che gli accade e che non si rende conto, di riportare nel suo diario uno spaccato di storia italiana nel periodo successivo all’Unità d’Italia.
L’intento di Edmondo de Amicis, attraverso una scrittura semplice, avvalendosi della voce di un bambino – che data la sua giovane età non fa congetture, ma riporta semplicemente quello che osserva – è quello di mostrare un’Italia priva di radici comuni, che cerca di superare le diversità sociali e culturali, costruendo una base che realizzi la reale unità del paese.
Chi è Edmondo de Amicis
Nato a Oneglia nel 1846, morto a Bordighera nel 1908.
Divenne ben presto ufficiale e a vent’anni combatté la battaglia di Custoza, dove subì la sconfitta e in seguito a questo evento lasciò l’esercito.
Scrisse “La vita militare”, una raccolta di racconti sulla sua esperienza nell’esercito, che venne pubblicata su L’Italia militare.
Nel 1886 uscì il romanzo “Cuore” che nel giro di poche settimane ebbe grande diffusione e fu in seguito tradotto in decine di lingue. Nel 1896 aderì al partito socialista e iniziò a collaborare con alcuni giornali tra cui “Critica sociale” e “La lotta di classe”.
Seguirono alcuni libri “Sull’oceano” che tratta la condizione degli emigranti, “Il romanzo di un maestro”, “La carrozza di tutti” e “Questione sociale” che raccoglie articoli di ispirazione socialista.
E’ stato eletto socio dell’Accademia della Crusca.
Nel 1984 la Rai ha trasmesso uno sceneggiato diretto da Luigi Comencini tratto dal romanzo “Cuore”.
Personaggi principali
- Enrico Bottini, io narrante della storia
- Garrone, lo studente enorme di statura e buono d'animo
- il Muratorino (Tonino Rabucco), figlio di un muratore e famoso per il muso da lepre
- Derossi, il più bravo e più bello della classe
- Franti, il cattivo, alla fine rinchiuso in un correzionale
- Stardi, il principale avversario di Derossi nello studio
- Nobis, il figlio di papà superbo e arrogante
- Coretti, figlio di un veterano delle guerre d'indipendenza
- Crossi, figlio di un'erbivendola, col braccio paralizzato
- il Ragazzo Calabrese (Coraci), immigrato da Reggio Calabria
- Nelli, il piccolo gobbo
- Precossi, il figlio di un fabbro ferraio alcolizzato e violento.
- Votini, il figlio di un ricco, superbo ma infine umano.
- il Maestro Perboni
- la Maestrina dalla Penna Rossa, così detta per la piuma sul cappello
I racconti mensili
- Ottobre: Il piccolo patriota padovano
- Novembre: La piccola vedetta lombarda
- Dicembre: Il piccolo scrivano fiorentino
- Gennaio: Il tamburino sardo
- Febbraio: L'infermiere di Tata
- Marzo: Sangue romagnolo
- Aprile: Valor civile
- Maggio: Dagli Appennini alle Ande
- Giugno: Naufragio
Agli occhi del regista
Il regista Luigi Comencini, uno dei padri della Commedia all'italiana, pensava già dagli anni sessanta di portare il libro di De Amicis sullo schermo. Pure per lui era valsa l'incombenza di studiare il libro alla scuola elementare. Non ne era mai stato patito, Comencini, e il primo pensiero di adattare il romanzo non si trasformò in soggetto scritto. All’inizio degli Anni Ottanta, però, il regista di Salò cominciò ad immaginarsi una storia più credibile, che consentisse di ridurre la componente retorica e altamente patetica del romanzo e anche di sconfessare quell’eccesso di patriottismo incosciente avvicinando la storia, tipicamente ottocentesca, alla nostra Storia contemporanea. È per questo che l’anno di ambientazione, dal 1882 (dove fra i fatti veri ricordati c’è l’accorata notizia della morte di Giuseppe Garibaldi) passa al 1899, e si tratta per giunta di flash-backs, perché l’inizio vero e proprio dello sceneggiato è nel 1915, secondo anno (e primo per l’Italia) della Prima guerra mondiale.
Cuore ha richiesto tre anni di lavorazione di cui uno per la stesura della sceneggiatura, affidata a Suso Cecchi D'Amico, al regista e alla figlia (e futura regista) Cristina Comencini. Della famiglia di Comencini hanno lavorato anche un’altra delle quattro figlie, Paola Comencini (costumi), e soprattutto il maggiore dei suoi nipotini, Carlo Calenda, che veste i panni piccolo-borghesi di Enrico Bottini da bambino. Del suo personaggio, il giovane (classe 1973) dirà poi: “Il mio non è un bel personaggio. È un vigliacco: sta dalla parte del più forte e non capisce ciò che veramente vale se non rendendosene conto in guerra.”
La prima assoluta del film è fuori concorso alla Mostra di Venezia del 1984, ma si tratta di una versione ridotta di nemmeno due ore. La versione integrale per la televisione, invece, di ore ne dura sei: una per puntata.
Sintesi della trama
L’Italia ha appena dichiarato guerra all’Austria-Ungheria, ed Enrico Bottini è un ufficiale di complemento, già studente di ingegneria, che sta partendo per il fronte con il massimo dell’entusiasmo. In stazione, Enrico incontra Garrone, suo vecchio compagno delle elementari divenuto ferroviere, e ciò gli fa ritornare in mente quell’anno scolastico. Ma i valori insegnatigli dal padre e dalla scuola - in primis l’amor di patria - cominciano a cozzare contro l’assurda ecatombe di quella guerra (600.000 italiani morti in tre anni e mezzo) in nome del re e della patria medesima.
Gli interpreti
Johnny Dorelli è il Maestro Perboni
Per il ruolo del maestro Perboni, Comencini aveva pensato a Nino Manfredi, già Geppetto ne Le avventure di Pinocchio; successivamente, però, la scelta si spostò su Johnny Dorelli, . Il ruolo dell’austero maestro, nel film è reso più curioso dal timido interesse che egli mostra verso la Maestrina dalla Penna Rossa, soprattutto in una scena della quinta puntata, quando detta un sentito racconto sulla morte di re Vittorio Emanuele II e nel contempo guarda di tanto in tanto alla finestra da dove vede la giovane collega che chiacchiera col direttore della scuola.
Giuliana De Sio è la Maestrina dalla Penna Rossa
Il ruolo della Maestrina dalla Penna Rossa nel libro è quasi marginale, ma ogni regista che ha trasposto Cuore, si è regolarmente impegnato ad ampliarne il personaggio. Comencini affidò la parte a Giuliana De Sio, . Il buon cuore e la simpatia del personaggio raggiungeranno l’apice nella quarta puntata, dove la ragazza sostituirà il maestro ammalato e affiderà il ruolo di capoclasse nientepopodimeno che a Franti (“Chi mi ha parlato di te? Mah!...”): memorabile è il duetto che maestra e allievo faranno per la poesia Le ultime ore di Venezia (“Il morbo infuria, il pan ci manca; sul ponte sventola, bandiera bianca!”). Della maestrina, oltre al maestro e al “compagnaccio”, si invaghirà pure Enrico.
Gli interpreti stranieri
Gli attori stranieri, in questa coproduzione italo-franco-svizzera, sono tre, tutti francesi. Il padre di Enrico è Bernard Blier classe 1916 e quindi “ringiovanito” nei flashback; doppiato da Omero Antonutti, l'attore ostenta la solennità quasi comica di questo ingegnere così convinto dei valori dell’epoca, anche nella parte bellica, quando condanna aspramente i disordini che movimentano Torino nell’agosto del 1917, due mesi prima della disfatta di Caporetto. La madre di Enrico è la “ferreriana” Andrea Ferreol, doppiata da Aurora Cancian. Infine, il ruolo di Enrico da adulto è affidato a Laurent Malet, già apparso in Querelle de Brest di Rainer Werner Fassbinder e doppiato da Massimo Rossi. Una discrepanza della diegesi si nota nell'osservazione degli occhi dell'attore, di colore azzurro, mentre Carlo Calenda, che interpreta lo stesso personaggio da bambino, li ha castani.
La partecipazione di Eduardo
Vi è anche una partecipazione straordinaria, quella di Eduardo De Filippo. L’attore e commediografo napoletano presta volto, voce e accento, a Vincenzo Crosetti, vecchio maestro del padre di Enrico, che appare nella terza puntata. Il personaggio, tecnicamente, serve a rivelare che il padre dell’alunno Crossi è stato in carcere e non negli Stati Uniti, ma la sua presenza è sviluppata nella sceneggiatura: Crosetti è stato il primo punto di riferimento di papà Bottini dopo suo padre, sbugiarda l’ex allievo davanti al figlio (“Come scolaro non sei mai stato un granché!”) e aggiunge che ciò che gli fa più pena, da quando è in pensione, è la voce dei bambini (“Erano tutti figli miei… e non li tengo più”). La parte interna della sequenza con Eduardo è l’unica recitata in presa diretta. L’attore si spense a 84 anni il 31 ottobre 1984, tredici giorni dopo la messa in onda della puntata.
Altre trasposizioni del grande e piccolo schermo
Dal romanzo di De Amicis, prima di questo sceneggiato, sono state tratte tre diverse versioni: la prima, per il cinema, è diretta nel 1947 da Duilio Coletti e interpretata da Vittorio De Sica; la seconda, sempre per il cinema del 1973 è diretta da Romano Scavolini; la terza è invece la serie televisiva a cartoni animati in 26 episodi Ai no gakko Cuore monogatari.
Fonte: RecensioneLibro.it.