"Broken" di Daniel Clay - Sperling & Kupfer, 2008.
Skunk Cunningham ha undici anni ed è in coma. È una ragazzina come tante, con un papà un po' distratto, ma che le vuole bene, un fratello maggiore che è il suo idolo, una mamma che è andata via di casa.
E un professore che le fa adorare la scuola e la incoraggia a seguire le sue aspirazioni nonostante viva in un ambiente in cui regnano la brutalità e il degrado. In quella grigia periferia della provincia inglese spadroneggia infatti la famiglia Oswald, padre tossico con cinque figlie bulle e viziosette, che semina la paura minacciando e derubando chiunque gli capiti a tiro. Il guaio è che le cinque ragazzine sono molto, molto sexy. Così, quando una di loro chiede al timido (e vergine) Broken di portarla a fare un giro sulla sua nuova auto, lui non crede alla propria fortuna. Peccato che poi la perfida Saskia non sappia tenere la bocca chiusa e vada a raccontare a tutti che il ragazzo col sesso non ci sa proprio fare. E che questo faccia venire alla sorella più piccola un'idea balzana e cattiva che mette Broken in guai molto grossi, facendolo arrestare per un crimine che non ha commesso. Dal suo letto di ospedale, Skunk cerca di capire la spirale di ordinaria follia che ha sconvolto il quartiere e la sua vita. Man mano che si svela il mistero che l'ha ridotta in coma, il suo sguardo innocente riesce a colorare di tenerezza e umorismo persino quel mondo torbido e crudele, e accende una luce di speranza per tutti.