"La sete dei pesci" di Devis Bellucci - A & B, 2013.
Arso da una sete che non riesce a estinguere, in un mondo assediato dalla pioggia che appare improvvisa dai cieli limpidi, il giovane Filippo rientra a casa due anni dopo la sua fuga in Spagna, per assistere il nonno morente in cambio dell’eredità.
Cinico, tormentato, terrorizzato all’idea di lavorare e creare legami, ha trascorso il tempo vagabondando per liberarsi dal ricordo di Francesca, coetanea appena sfiorata poche settimane prima della fuga. Adesso la casa della ragazza è disabitata e le sue tracce si perdono in un microcosmo di individui irrisolti e meschini, ignoranti l’uno dell’altro, indifferenti alla miseria del diluvio. Con questo originale romanzo, narrato come un inquieto monologo, Bellucci si conferma autore di grande talento, capace di imbastire un ritratto surreale e disperato dell’adolescenza eternamente al crepuscolo, in bilico tra l’abbandono al bene e la discesa nell’ipocondria.