"Memorie intime" di Georges Simenon - Adelphi.
A settantasette anni, da Losanna, Simenon si racconta, ripercorrendo la sua intensa vita con un criterio cronologico faticosamente perseguito e che spesso lascia il primato a una pura cronologia affettiva. Le vicende della sua esistenza sono infatti scandite dagli eventi che riempiono l’universo emotivo dei più: i rapporti d’amore, di amicizia, i matrimoni, la nascita dei figli.
Sarebbe una lettura banale se non avessimo tra le mani i secondi, i minuti, le ore, i giorni, le notti, gli anni, i decenni che non solo hanno riempito la sua esistenza ma anche, di riflesso, quelle di chi ha percorso il secolo con lui o una porzione di esso , nato nel 1903 e morto nel 1989. La vita sociale del secolo si riflette infatti nel suo vissuto così come l’evoluzione dei tempi, la sua vicenda esistenziale si intreccia con quella di uomini e donne che hanno caratterizzato l’epoca da Chaplin a Renoir, solo per citarne due, o con gli eventi storici, dai due grandi conflitti mondiali, all’antisemitismo, dal processo migratorio in America fino all’allunaggio o ancora con semplici fatti di costume, il passaggio per esempio dall’uso dei transatlantici all’aereo per gli spostamenti intercontinentali. La narrazione prende l’avvio dai natali in Belgio e ci conduce agli esordi come scrittore a ritmi insostenibili, già allora, da chiunque: otto racconti al giorno per confermarsi poi come uno dei più prolifici autori di tutti i tempi. Il tempo, il suo personale di scrittura, un’inezia rispetto a quello a disposizione nell’arco di una giornata: le prime ore dall’alba fino alle nove del mattino per poi dedicarsi alla vita. Viaggi, vacanze, vita sociale, famiglia, ma anche quotidiane incombenze da semplice padre di famiglia, un’esistenza errabonda a cavallo di Europa e America, dopo aver percorso tutti i continenti dai poli all’equatore. Una geografia facilmente rintracciabile nei suoi romanzi duri. Ancora una miriade di interessi coltivati con grande passione, su tutte la medicina perché il medico ha in comune lo stesso interesse per l’uomo che prova lui. La narrazione è caratterizzata al contempo da un sentimento intimo che accompagna spesso il ricordo non solo di gioie ma anche di grandi dolori: su tutti i più devastanti risultano essere il conflittuale rapporto con la seconda moglie D. e la morte da suicida della figlia Marie-Jo. Mai comunque livore alcuno accompagna il ricordo, affiorano invece dispiacere e delusione. Un piacere per il lettore delle sue opere sono poi i continui riferimenti alla sua produzione e la precisa collocazione temporale del processo di scrittura per ognuno dei suoi romanzi; peccato però che, a detta dello stesso Simenon, non ci sia alcuna corrispondenza tra biografia e opere. Il voluminoso scritto che supera le mille pagine è infine chiuso da altre duecento, una raccolta di scritti della figlia alla quale il padre rende omaggio pubblicando “Il libro di Marie- Jo”: componimenti infantili, canzoni, missive la cui lettura ho personalmente evitato. Biografia dunque consigliata non solo ai lettori del belga ma a tutti.