Un altorilievo svela il volto di Eleonora d'Arborea

Da Il Filo della Memoria 2.0 - Biblioteca Multimediale di San Gavino Monreale (VS).

Da "L'Unità" di sabato 24 marzo 1984.

Un altorilievo svela il volto di Eleonora d'Arborea, grande statista medievale

Dalla nostra redazione

L'articolo de "L'Unità"

CAGLIARI — Finalmente si conosce il volto di Eleonora d'Arborea, la giudicessa sarda vissuta nel 1300 che, a giudizio di Carlo Cattaneo, fu «la più splendida figura di donna che abbia mai avuto la storia italiana, non esclusa quella di Roma antica». Il vero volto di Eleonora lo si può ora vedere in un altorilievo in pietra calcarea venuto alla luce nella chiesetta gotica di San Gavino, antico capoluogo dell'importante curatoria Arborense di Bonorzolu. La scoperta è del professor Francesco Casula, direttore stituto di storia medievale dell'Università di Cagliari. All'interno della chiesa è stato ritrovato un piccolo pantheon dei giudici di Arborea (che erano poi i primi veri regnanti della Sardegna), ritratti in calcare riproducono i lineamenti di Eleonora, del padre Mariano IV, del fratello Ugone III e di Brancalcone, il nobile genovese consorte della giudicessa, che fu rinchiuso in ceppi per lunghi anni in una torre cagliaritana durante la spietata guerra contro gli aragonesi per il controllo dell'Isola.

«Il realismo delle immagini — ha dichiarato il professor Casula illustrando l'eccezionale scoperta — è davvero impressionante. Mariano IV, con corona e scettro, proteso in avanti, veste i suoi nobili simboli regali con fierezza e dignità. Ugone III, stringendosi pensoso il pizzo, si accosta al petto una forma femminile, presumibilmente la figlia Benedetta, perita con lui nell'eccidio del 3 marzo 1383. Eleonora, controversa figura del passato elevata dai romantici al rango di mitica eroina del popolo sardo, unisce al portamento solenne della sua carica di reggente quella di donna offesa nel viso da una deturpazione. Ciò spiega il suo tardivo e modesto matrimonio: Brancaleone Doria che, grasso e gottoso, ghermisce come un'aquila (emblema della sua casata) il grande nemico, Pietro IV d'Aragona». Al di là di tutto, Eleonora d'Arborea non è solo una figura simbolica, ma una protagonista, una combattente che, con le sue iniziative politiche e la sua attività legislativa, ha segnato la storia di un piccolo popolo. La sua figura è da intendere — secondo la prolusione resa da Nilde lotti nelle celebrazioni gramsciane di due anni fa a Oristano, dedicate proprio ad Eleonora — come la più rappresentativa di uno dei momenti alti della storia dell'Isola. Salita alla guida del Giudicato di Arborea nel 1383, diede corso ad una serie di grandi riforme e difese l'ordinamento statuale isolano, quello appunto dei Giudicati, cercando di unificarlo.

g.p.