Faida: il libro di Giorgia Spano

Da Il Filo della Memoria 2.0 - Biblioteca Multimediale di San Gavino Monreale (VS).
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Da "La Gazzetta del Medio Campidano", Anno 14, n. 8 del 25 Aprile 2012

"Faida": il libro di Giorgia Spano

L'articolo de "La Gazzetta del Medio Campidano"

Nella giornata di sabato 31 marzo è sta­to presentato, presso la sala multimedia­le della biblioteca comunale di San Gavino, il libro "Faida", edito da Aipsa edi­zioni, di Giorgia Spano, giovane autrice sangavinese. Giorgia Spano è nata a San Gavino nel 1971, si è laureata presso la facoltà di pedagogia di Cagliari e suc­cessivamente si è specializzata a Firen­ze in pedagogia clinica. Svolge la professione di pedagoga nel suo studio di Cagliari. "Faida" è il suo secondo romanzo, il primo fu "Accadde per caso o per destino", nel quale l'autrice ha voluto narrare la storia di Franziscu, giova­ne servo pastore del Nord Sardegna, il quale si ritroverà catapul­tato in una realtà nuova per lui, la fonderia di San Gavino. I pae­saggi, le vicissitudini che Franziscu si ritrova a dover affrontare fanno da sfondo a una più complicata vicenda come quella del­l'amore che due donne provano per lui, Nina, figlia del più gran­de proprietario terriero del Margine, e Letizia, giovane serva, pronte a tutto pur di conquistare l'uomo di cui sono innamorate. Durante la serata è stata proiettata la video-presentazione del li­bro, realizzata da Ruggero Ruggeri e da Fabrizio Serra, a seguire l'assessore alla cultura, Cinzia Uda, ha portato i saluti di tutta l'amministrazione comunale ringraziando l'autrice. Anche il di­rettore della biblioteca, Marco Spano, ha voluto porgere i suoi saluti e complimentarsi per l'opera. A seguire il dibattito, che ha coinvolto Giorgia Spano e le dottoresse Maria Antonietta Vargiu e Marianna Chessa, moderato dal prof. Salvatore Manno, il qua­le nella sua introduzione ha voluto ricordare come "La fonderia di San Gavino è un dolce ricordo per tutti coloro che amano la nostra cittadina. Oggi, purtroppo, è rimasto solo un ricordo, ma io, forse con un pizzico di utopia, spero e mi auguro che un gior­no possa tornare ad essere punto di riferimento per la società sangavinese".

Lorenzo Argiolas