Come nasce una fiera

Da Il Filo della Memoria 2.0 - Biblioteca Multimediale di San Gavino Monreale (VS).
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Questa è la storia inedita della Fiera. Il locale deserto attende gli espositori e gli operai che le diano l'anima, mentre strani equilibristi lavorano sulle capriate e sugli scheletri dei capannoni.

Dapprima è soltanto una selva di ponti; un'intreccio complicato di travi e di tubi che suggeriscono l'idea di un museo di paleonto­logia. Ed infatti tutti questi bizzarri viluppi tutte queste strane architetture embrionali pre­sentano una curiosa rassomiglianza con gli sche­letri dei dinosauri, dei diplodochi e di tutti quei paurosi e fantastici mostri antidiluvi che gli scienziati hanno saputo riscattare dalle vi­scere della terra sottraendoli alla gelosia dei millenni. Soltanto che intorno a questi mostri non vedete la schiera compassata dei visitatori muniti del Baedeker, ma una folla fervida di operai in tutta, di dirigenti imperiosi, di meccanici, di tecnici che si affanna con alacre spirito a compiere l'opera. Così mir

Quattro aspetti dell'allestimento della Fiera. L'ultimo tocco è per i pavimenti.

acolosamente questi aerei scheletrì si rimpolpano e si animano, le pareti nascono dove poco prima esisteva soltanto un graticcio o una travatura. Ma questa è appena la premessa della Fie­ra: un corpo senz'anima, una cornice senza qua­dro. Saranno gli espositori a colmare questo vuoto, a creare quel clamore, quel movimento, quella vita che caratterizza e da tono ad una Fiera. Piacevolissimo è quel discordante ru­more di torni, di martelli, di cingoli, quello stridio di ingranaggi, di congegni. Sono le voci del progresso, della tecnica della capacità umana che ha realizzato nel me­tallo la civiltà odierna. Poi comincia la routine consueta della Fiera. Dopo l'inaugurazione ufficiale con il corre­do stereotipo dei discorsi ufficiali, delle sciar­pe, della visita frettolosa attraverso gli stands del compiacimento burocratico, convenzionale ec­co la fiumana di autentici visitatori che si inte­ressano realmente, che si entusiasmano, com­mentano, esprimono giudizi. Sono questi i perso­naggi più vivi ed umani della Fiera. Vengono da tutte le parti dell'Isola, alcuni anche con la bisaccia dove hanno riposto provviste per almeno tre giorni. Vengono dai monti dell'Ogliastra, dalle plaghe della Baronia, dai con­fini azzurri dilla Barbagia, dai bassi Campidani. S'incrociano i dialetti e le cadenze su un co­mune tema di ammirazione e di curiosità. Iglesias diventa veramente allora il cuore pulsante dell'Isola e a questo cuore confluisca la linfa di tutti i paesi della Sardegna.